25 maggio 2010

Sisterworld: Liars vs Liars

Gli anni zero in musica sono stati l'apoteosi dell'imitazione e del crossover selvaggio, una diffusa orgia citazionista in cui ogni genere, sotto-genere e sotto-sotto-genere è stato via via accoppiato con tutti gli altri.

Una sorta di ricerca della pietra filosofale, nata in parte dalla difficoltà di produrre vere novità in campo musicale, in parte dal genuino desiderio di sperimentare accostamenti ancora inediti.

Dove si pongano i Liars in questo panorama è tema discusso e ancora piuttosto dubbio: geniali innovatori, volgari imbroglioni o semplicemente continuatori di tradizioni illustri? Non lo so, o comunque non intendo scervellarmi. Quello che posso dire è che questi qua son capaci di tirare fuori belle idee e qualche pezzo veramente inquietante - spesso accompagnati da ottimi video - sembrano sinceramente schizzati e comunque sanno far parlare di se', ma sulla lunga distanza dell'album non mi convincono troppo.

Questo quinto album Sisterworld è di qualità discreta, con momenti decisamente interessanti alternati al altri un po' noiosetti, ma il problema è che non mi resta in mente in alcun modo, neppure al quarto ascolto. Peccato, perchè le buone premesse ci sono tutte, e i riferimenti, come già detto, coltissimi (a chi? non spetta a me svelarlo, per quello c'è Wikipedia).

Nota di merito per l'eccelso packaging ideato dalla Mute, e per l'interessante CD di remix (uno per ciascun brano presente nell'album) allegato alla prima stampa. Con nomi illustrissimi: Alan Vega, Carter Tutti, Thom Yorke, Kazu Makino, Boyd Rice...

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